Ecologisti - Green Economy - Ambientalisti

L’arroganza dell’essere umano
Siamo i principi di questo pianeta. Siamo noi i paladini della giustizia infinita. Siamo così bravi ed intelligenti da imporci doveri nei confronti degli esseri “meno fortunati”.

In quanto prescelti (da qualcuno che non si fa vedere) abbiamo dei doveri, noi, in qualità di rappresentanti (non nominati me per diritto di somiglianza) di qualcuno immensamente superiore che non ama farsi vedere, abbiamo dei doveri.

Noi essere umani dobbiamo salvare il mondo dalla plastica, perché il pianeta sta “morendo”. Noi umani abbiamo il dovere di salvare le farfalle viola del Madagascar, i panda che non vogliono più scopare, le tigri del Bengala, i leoni, i rinoceronti bianchi, le aquile e milioni di animali in via di estinzione.

Noi, salvatori di tutte le specie. Noi, paladini della giustizia. Noi esseri infinitamente potenti grazie alla nostra tecnologia, alle nostre macchine, alla chimica e alla nostra scienza.
Noi, fino a prova contraria, unici esseri intelligenti e dotati della capacità di comunicare dell’intero universo. Noi, scopritori delle onde radio, delle telecomunicazioni, della radioattività, dei telescopi, della reazione atomica e della fusione nucleare. Noi, i fabbricanti di plastica.

Da questa stupida arroganza, il passo verso la demenza è alquanto, se necessario, piccolo. Oso dire, potrebbe essere abbastanza, un lasciarsi andare, una piccola distrazione, conseguenza dell’inerzia, in due parole: un errore “perdonabile” che comunque porta direttamente dentro la demenza.

Dobbiamo salvare il pianeta
Noi, gli esseri umani. Noi dobbiamo salvare il pianeta. E da chi? Da noi, ovviamente. Quale creatura potrebbe essere in grado di nuocere, non il pianeta ma, l’interno universo? Quale essere infinitamente potente potrebbe nuocere l’universo? La risposata è ovviamente la stessa “noi”.

Qui c’è un idea che si vede nel video, che in modo completamente gratuito evita di buttare nella spazzatura 15 milioni di rasoi al mese (solo in Italia). Impedisce di regalare 50 milioni di euro alle multinazionali ogni mese solo in Italia.

Cosa fa Legambiente?
Niente, sono stati informati ma questi risultati non sono importanti per loro, nemmeno se gratuiti. Non possono promuovere questa iniziativa, nemmeno concedendo un piccolo spazio nei loro siti.

I paladini della “decrescita felice”
No, nemmeno loro la ritengono un’idea interessante. C’è da capirlo, sono impegnati nell’organizzazione di conferenze per spiegare in quale modo questa economia dovrebbe funzionare, dovrebbe cambiare.
La domanda è: per quale motivo non cambiarla? E’ a portata di mano, è gratis, si utilizzano i rasoi che avete già dentro casa.
Comunque, la risposta è no, neanche loro sono disposti ad appoggiare questo.

Gli ecologisti?
Sono impegnati in altre battaglie, altrimenti poveri noi, senza di loro che ci difendono dalle spietate leggi del mercato, cosa sarebbe di noi?

Comunque. Che le multinazionali, le banche, le catene di supermercati fossero contro questa idea era qualcosa di prevedibile, si tratta di un evidente conflitto d’interessi. Loro guadagnano con questo utilizzo sbagliato delle lamette o se vogliamo dire: con questo spreco immenso di plastica e acciaio.

Quelli che non capisco sono i difensori dell’ambiente, questi lottatori instancabili, questi eroi dei nostri giorni. Chiedo scusa se questo sembra un’accusa, ma in teoria, se qualcuno paga te per “tutelare l’ambiente”, tu, che stai prendendo uno stipendio dovresti sentire il dovere di prendere in considerazione idee come queste.

Non dico di scoprirle, perché per quello ci vuole un certo intuito e tu potresti non essere creativo, intuitivo o curioso. Non accuso nessuno di non avere idee. Quello che critico è la condotta di “non appoggiarle” il comportamento del “fregarsene” del “non fare niente”.
Legambiente, decrescita felice, ecologisti, ambientalisti, fanatici della “green economy” dove siete? Perché non siete già arrivati qui?

Si tratta forse di una battaglia troppo piccola per le vostre imprese?
Forse sì, ma per fortuna esistono le persone, quelle normali, non quelli che si vestono di verde, che urlano nelle manifestazioni e davanti alle telecamere, ma quelli che scelgono di informarsi; perché non ostante il vostro disinteresse, le notizie si muovono e arrivano alla gente.

Gustavo Guglielmotti










1 commento:

  1. Ah, ah, ah... loro vivono rompendo i coglioni alla gente... e ogni tanto qualcuno le dice anche a loro...

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